La Trilogia dei pirati viene pubblicata fra il 2008 e il 2012. In quegli stessi anni Valerio Evangelisti scrive una breve introduzione a una nuova edizione di Storia della pirateria di Philip Gosse (Odoya, 2010) in cui, nel giro di poche pagine, offre una sua visione di cosa sia stata la pirateria - nello specifico quella caraibibica di fine '600 - e di come sia stata interpretata in alcune opere storigrafiche più o meno recenti. La stessa visione che si ritrova nei romanzi, poco incline al romanticismo e a sostenere l'idea che le "repubbliche dei pirati" fossero «il regno dell'utopia, o addirittura della rivoluzione sessuale» (p. 7). Evangelisti definisce queste come «pure sciocchezze» e sottolinea che invece l'opera di Gosse «evita le secche dell'idealizzazione a oltranza e [...] riconduce il fenomeno piratesco alla sfera che gli compete: il banditismo» (p. 8). Nella visione di Evangelisti, che si compone nell’intero sistema narrativo da lui organizzato negli anni, i pirati sono coloro che anticipano la «"barbarie del capitalismo"». I pirati sono i pionieri della futura società capitalista, sostenitori di un unico valore: arraffare ricchezze a più non posso, senza regole e senza remore (si veda: A Sebastiani, Nicolas Eymerich. Il lettore e l'immaginario in Valerio Evangelisti, Bologna, Odoya, 2018, in particolare il primo capitolo dal titolo One Big Novel: risolvere l'enigma).
In questa pagina e in quelle successive presentiamo alcune pagine di una edizione francese del libro di Gosse del 1933.
Philip Gosse, Histoire de la piraterie, Paris, Payot, 1933.
Collocazione: 4. R. V. 48