(Illusions perdues, Francia-Belgio/2021) di Xavier Giannoli (144')
Regia: Xavier Giannoli
Interpreti: Benjamin Voisin, Cécile De France, Gérard Depardieu, Xavier Dolan, Vincent Lacoste, Jeanne Balibar, Benjamin Voisin
Origine e produzione: Francia / Olivier Delbosc, Sidonie Dumas, Curiosa Films, Gaumont, France 3
Cinéma, Pictanovo, Gabriel Inc., Umedia
Durata: 141’
Lucien è un poeta sconosciuto nella Francia del XIX secolo che lascia la sua provincia per tentare la fortuna a Parigi. Abbandonato a sé stesso in questa città, il giovane scopre ben presto i retroscena di un mondo dedicato alla legge del profitto.
Premio César 2022 come miglior film;
Premio César 2022 a Vincent Lacoste come migliore attore non protagonista; a Benjamin Voisin come migliore promessa maschile;
Premio César 2022 a Xavier Giannoli e Jacques Fieschi per il miglior adattamento; a Christophe Beaucarne per la migliore fotografia; a Riton Dupire-Clément per la migliore scenografia; a Pierre-Jean Larroque per i migliori costumi.
“La Francia della Restaurazione come specchio deformante del presente. I traffici della nascente industria culturale come prova generale di qualcosa con cui non abbiamo mai smesso di fare i conti: il giornalismo, la pubblicità, la manipolazione delle notizie, la mercificazione dei corpi e delle idee. E i mille modi in cui tutto questo si intreccia e si confonde. Nella Parigi frenetica di Luigi XVIII tutto si compra e tutto si vende. Carriere, opinioni, sogni di gloria: ogni cosa ha un prezzo. È la stampa, bellezza! Anzi è il liberalismo. Tutto è consumabile (e reversibile), salvo la morte. La morte e il suo contrario: la nascita. Per cui il giovane aspirante scrittore Lucien de Rubempré, nato più volgarmente Chardon, ha un bel fregiarsi del cognome nobiliare materno (lo stesso Balzac si era aggiunto un "de" dopo la morte del padre). L'aristocrazia parigina non aprirà mai le sue porte a quel borghesuccio di provincia se non per castigarlo. E il cuore dell'affollato film di Giannoli, regista eclettico, ambizioso e con trascorsi da giornalista, come il suo eroe, sta proprio in questa promessa senza fine, in questa energia inesauribile che porta l'elettrico Lucien (Benjamin Voisin scoperto in Estate 85 di Ozon) di casa in casa, di letto in letto, di redazione in redazione, in un vorticare di sfide - e disillusioni - scandite dalla voce narrante di Xavier Dolan, altro giovane scrittore e suo più maturo alter ego. […] Lo spettatore si gode il gioco di riflessi fra ieri e oggi contagiato dal divertimento di un cast multigenerazionale che non si perde un sottinteso, un ammicco, un bon mot.”
Fabio Ferzetti, “L’Espresso”
“Giannoli restringe Balzac, zoomando sul Lucien giornalista, e così mantiene l’assalto sensoriale allo spettatore proprio di quella stagione letteraria, e insieme ragiona sulla lezione che Balzac può impartire ai molti Lucien di oggi. La macchina del consenso dei loggionisti prezzolati o la macchina del fango costruita ad arte da una stampa tanto più potente quanto più oppressa da un ancien régime decadente dialogano con il presente con chiarezza cristallina. Ieri come oggi il lucore della mondanità abbaglia e tradisce, mentre la verità è la moneta meno corrente nel rincorrersi di galoppini, ciarlatani e fake news. La patologia che affligge il mondo della cultura ha radici antiche e nobili. Come le illusioni perdute di un mondo migliore, da raggiungere anche solo nella sfera del monadismo dell’intellettuale.”
Emanuele Sacchi, “FilmTV”