L'immagine dell'Africa in Italia: dimensioni storiche e sedimentazioni contemporanee
Immaginare l’Africa come un paese, e non come un continente formato da 55 stati la cui estensione territoriale è superiore a quella di Cina, Stati Uniti ed Europa messi insieme, è un errore comune che porta ad attribuire al continente una coerenza interna che non ha e, pertanto, a ridurne la sua complessità. L’Africa viene spesso descritta come “meravigliosa”, l’Africa delle foto dei dépliant delle agenzie di viaggio. Ma anche rappresentata senza cultura, senza storia, riprendendo quegli stereotipi antichi del continente abitato da gente primitiva e barbara che necessita della civilizzazione europea. Un’Africa ricca di risorse, ma non in grado di sfruttarle e, anche qui, torna, come un mantra, il processo descritto da Valentin Mudimbe del presunto bisogno che gli africani avrebbero dell’aiuto e della tutela degli europei. E infine, tipica della lente dell’afropessimismo, l’idea che in Africa ci siano solo guerre, perché questo è quello che i mass media raccontano del continente: conflitti, povertà e carestie, quella single story alimentata da un pietismo che garantisce ascolti e che non lascia spazio a storie diverse, positive. È chiaro che conflittualità e povertà esistono nel continente, ma è anche ovvio che non esistono solo quelle, che sono, appunto, solo una parte della storia e delle storie che possono essere raccontate sull’Africa. Questa storia unica e stereotipata, le cui radici affondano in precise dinamiche storiche, viene tuttora veicolata dai mezzi d’informazione, dai dépliant turistici, ma anche da manuali scolastici e dai libri per bambini. L’idea di questo quaderno nasce da una serie di lavori di ricerca realizzati dalle studentesse e dagli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia, nell’ambito del corso “Storia e Istituzioni dell’Africa”. Scopo di questo quaderno è quello di relazionarsi al dibattito sulla rappresentazione dell’Africa e degli africani nel mondo occidentale attraverso uno studio del contesto italiano. Sebbene esistano alcuni lavori che affrontano parte dei temi proposti dal quaderno, manca infatti, oggigiorno, un’analisi d’insieme dell’immagine dell’Africa in Italia, di come essa sia stata costruita e sia tutt’oggi veicolata. Le autrici e gli autori hanno pertanto svolto con cura e passione una serie di lavori di ricerca su come l’Africa viene rappresentata nell’Italia di oggi, sulla stampa (inclusa quella sportiva), nella musica, nel cinema, nei testi scolastici, negli albi illustrati per bambini, nei videogiochi, e nel materiale pubblicitario destinato ai turisti. Un lavoro critico di riflessione sempre più necessario in un contesto come quello attuale nel quale la semplificazione e l’uso di categorie stereotipate sull’Africa e sugli africani sono funzionali al mantenimento di relazioni di potere asimmetriche. Relazioni che a loro volta implicano la negazione di un’assunzione di responsabilità per le azioni e lo sfruttamento che nei secoli è stato giustificato intellettualmente proprio da quella che è stata definita la “biblioteca coloniale” le cui eredità son ben visibili nel modo in cui all’Africa e agli africani si guarda anche oggi.