Vorrei una voce | Tindaro Granata

dal 12 al 13 ottobre 2024 @ Teatro Biagi D’Antona
Via G.La Pira 54, Castel Maggiore Bologna

Agorà nona edizione | Presenti nel mondo

Sabato 12 ottobre ore 21.00

Domenica 13 ottobre ore 17.30

Scritto e interpretato da Tindaro Granata, Vorrei una voce è uno spettacolo in forma di monologo costruito attraverso le canzoni di Mina cantate in playback, ispirato dal lungo percorso teatrale che l’autore e attore siciliano ha realizzato all’interno della Casa Circondariale di Messina con le detenute di alta sicurezza, nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare. In scena al Teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore sabato 12 ottobre alle ore 21 e domenica 13 alle ore 17.30, Vorrei una voce inaugura la nona Stagione Agorà.

Lo spettacolo nasce da una iniziativa di Daniela Ursino, direttore artistico del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina, che ha chiesto a Granata di realizzare un progetto teatrale con le detenute. Dopo averle incontrate - racconta l’autore - capii che erano come me, o forse io ero come loro: non sognavamo più. Guardandole mi sono sentito recluso da me stesso, imbruttito da me stesso, impoverito da me stesso. Avevo dissipato, inconsapevolmente, quel bene prezioso che dovrebbe possedere ogni essere umano: la libertà. Mi sono trovato, con loro, a cercare il senso di tutto quello che avevo fatto fino ad allora.

Da qui l’idea di mettere in scena l’ultimo concerto live di Mina, tenutosi alla Bussola il 23 agosto 1978. Un modo per entrare nei propri ricordi, in un proprio spazio, dove tutto è possibile, recuperando una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima e del proprio corpo in un luogo che, per forza di cose, tende quotidianamente a cancellare tutto questo. Ogni donna ha avuto a disposizione due canzoni di Mina e, attraverso il canto in playback, ha trasmesso la forza e la potenza della propria storia per liberarsi da pensieri, angosce, fallimenti.

Siamo nel luogo in cui si condivide il racconto di un’esperienza intima. Cinque donne, ciascuna percorrendo a suo modo il sentiero della vita, inciampano nel reato. La musica di Mina ne è testimone, aiuta le protagoniste a sublimare i propri desideri e, forse, a ricucire qualche strappo. Il discorso diretto lascia spazio alle voci delle protagoniste e alla loro toccante interpretazione in playback. La luce accompagna l’andamento del racconto e assume poco a poco la forma di una spettacolarizzazione da camera. Colori in controluce invadono la scena e cordoni di luminarie vibrano come anime in cerca di uno spiraglio di libertà. Il fulcro della drammaturgia è il sogno: perdere la capacità di sognare significa far morire una parte di sé. Vorrei una voce è dedicato a coloro i quali hanno perso la capacità di farlo.

Non voglio e non posso portare in scena le mie ragazze del Piccolo Shakespeare di Messina, perché quello che abbiamo fatto dentro quel luogo di libertà che sta dentro un carcere è giusto che rimanga con loro e per loro. In scena ci sono solo io, delle ragazze mi porto i loro occhi, i gesti, le loro lacrime e i sorrisi. Grazie a loro racconto storie di persone che dalla vita vogliono un riscatto importante: vogliono l’amore per la vita, quella spinta forte ed irruente che ti permette di riuscire a sopportare tutto, a fare tutto affinché si possa realizzare un sogno.


BIO

Nato a Tindari, nel 2002 Tindaro Granata intraprende il suo percorso teatrale con Massimo Ranieri. Dal 2007 inizia un felice sodalizio con Carmelo Rifici, lavorando per le produzioni più importanti del sistema teatrale italiano e svizzero. In veste di drammaturgo, regista e attore esordisce nel 2011 con Antropolaroid, spettacolo sulla storia della sua terra in cui interpreta tutti i personaggi del racconto e per il quale riceve diversi premi, tra cui il Premio ANCT Associazione Nazionale dei Critici di Teatro come miglior spettacolo d’innovazione. Nel 2013 mette in scena Invidiatemi come io ho invidiato voi, storia di un caso di abuso sessuale su minori ispirato a un fatto di cronaca, per il quale riceve il Premio Mariangela Melato come miglior attore emergente e altri premi. Nel 2016 debutta con Geppetto e Geppetto, lavoro con cui affronta – all’indomani dell’approvazione della legge Cirinnà – il tema della “stepchild adoption” che gli vale il Premio Ubu come miglior novità o progetto drammaturgico, il Premio Hystrio Twister 2017 come miglior spettacolo dell’anno e altri riconoscimenti. È diretto da diversi registi, tra cui Serena Sinigaglia, Andrea Chiodi, Leonardo Lidi. Scrive Dedalo e Icaro, in cui affronta il tema dell’autismo, e Farsi Silenzio, pellegrinaggio laico alla ricerca del sacro. È direttore artistico di Proxima Res, di Situazione Drammatica, format di Hystrio Festival e RomaEuropa Festival, e di Tindari Festival presso il Teatro Greco di Tindari. Scrive per la rivista online Rewriters. Nel 2023 vince nuovamente il Premio ANCT per il suo percorso artistico di attore e drammaturgo e in qualità di operatore culturale.


di e con Tindaro Granata
con le canzoni di Mina
ispirato dall’incontro con le detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare di D’aRteventi diretto da Daniela Ursino
disegno luci Luigi Biondi
costumi Aurora Damanti
regista assistente Alessandro Bandini
produzione LAC Lugano Arte e Cultura
in collaborazione con Proxima Res
partner di produzione Gruppo Ospedaliero Moncucco


Agorà è la stagione teatrale itinerante negli otto comuni dell’Unione Reno Galliera, area metropolitana di Bologna: Argelato, Bentivoglio, Castel Maggiore, Castello d’Argile, Galliera, Pieve di Cento, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale. È promossa da Unione Reno Galliera, con il contributo della Regione Emilia Romagna e il patrocinio della Città Metropolitana di Bologna.

Direzione artistica e produzione Associazione Liberty.